MONASTERO SAN GIUSEPPE
Via Roma 11 62010 POLLENZA (MC)

Sorelle Povere di Santa Chiara

LA NOSTRA VOCAZIONE NELLA CHIESA E NEL MONDO

 

L'IDENTITÁ

Nella gioia della comunione

L’11 agosto 1253 «passò de questa vita al Signore madonna Chiara, veramente chiara (...), senza oscurità de peccato, alla clarità dell’eterna luce». Con queste parole una sorella del monastero di S. Damiano ricorda il passaggio nella celeste Gerusalemme di Chiara d’Assisi, “pianticella” di s. Francesco, fondatrice dell’Ordine delle Sorelle Povere o Clarisse. La domenica delle Palme è una data significativa, narra il biografo che la giovane diciottenne, proprio nella notte successiva la domenica delle Palme del 1211 o 1212, abbandonò di nascosto la casa paterna. Giunta alla Porziuncola dove l’attendevano Francesco e i suoi frati, «prende le insegne della santa penitenza davanti all’altare di santa Maria, e (...) l’umile ancella si sposa a Cristo». Iniziò così quella grande "settimana santa" che è stata l’intera vita di Chiara. La mattina di quello stesso giorno si era recata in cattedrale e, giunto il momento della consegna delle palme, mentre tutti si affrettavano per prenderle, ella rimase immobile. Il Vescovo allora scese dall’altare e le consegnò la palma. Fu sicuramente un segno di Dio.

É bello pensare che Chiara nel giorno della sua scelta andò nella cattedrale, nella chiesa madre di Assisi, e che proprio dal Vescovo ebbe, attraverso quel segno, la benedizione per il nuovo cammino che stava per intraprendere. E’ proprio facendo memoria di questo amore con il quale la Chiesa ha accolto Chiara e dell’amore che ella ebbe sempre nel cuore per la Chiesa, che siamo felici di condividere con il nostro Vescovo e con i tutti i fratelli della Chiesa di Macerata la nostra preghiera di ringraziamento a Dio per il dono di Chiara al mondo intero.

Clarisse Pollenza

 

LA VITA FRATERNA

Dalla consapevolezza di essere tutti figli dell’unico Padre, nasce per ogni Sorella Povera l’esperienza gioiosa della vita in “santa unità”. E’ l’incontro con Dio che si prolunga nell’incontro con il "dono" che è l’altro e, nello stesso tempo, la relazione con la sorella arricchisce il rapporto con il Signore. Nella nostra giornata insieme preghiamo, insieme ricerchiamo la volontà di Dio, insieme progettiamo e verifichiamo il cammino della fraternità, insieme lavoriamo, insieme viviamo in semplicità e letizia la ricreazione quotidiana... insieme cerchiamo di restituire a Dio i "talenti ricevuti", prima di tutto quello della nostra vocazione. La vita fraterna si estende "naturalmente" a tutti coloro che si avvicinano al monastero: alle tante persone che ogni giorno chiedono la nostra preghiera; ai poveri che bussano spesso alla porta; ai fratelli che domandano il dono di un po’ di tempo per essere ascoltati.. . E si estende, nel cuore e nello spirito, a tutti gli uomini del mondo che il Signore affida alla nostra cura: «Ti stimo collaboratrice di Dio stesso e sostegno delle membra deboli e vacillanti del suo ineffabile corpo». .